domenica 20 settembre 2015

Seneca, Epicuro, febbre, Scienza delle Costruzioni

Ho appena finito di risolvere un esercizio di Scienza delle Costruzioni, progetto della sezione trave incluso nel prezzo. Mi sento strana, spossata, stanca, triste, arrabbiata. Mi tocco la fronte e sono bollente. Il termometro segna 37,7. La solita sfiga del cavolo.
Ecco spiegata l'inappetenza serale, mi dico. Intanto guardo i fogli sparsi sul tavolo, tracce su tracce, svolte e risvolte. Non so più da dove andare a prendere altri esercizi.
Intorno a me c'è il silenzio, dopo una bellissima pioggia che si è rivelata praticamente l'unica voce che ho ascoltato con piacere oggi.
Tra un po' comincio un esercizio nuovo e tutto sommato non è brutto fare esercizi con il rumore della pioggia come sottofondo, è quasi rilassante.
Dovrei fare una pausa per mangiare qualcosa almeno, ma non ci riesco proprio e prendo in mano un libricino: Lettera sulla Felicità di Epicuro.


Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.

Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.
Per questo riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito..
È bene primario e naturale per noi, per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo.

Epicuro


E niente. Nonostante la mia quasi totale sfiducia in me stessa e la totale insicurezza che mi tiene compagnia in questi giorni, ho voglia di fare. Tanta.
Ho voglia di studiare e passare questo esame e pure il prossimo. Mi sono persa e ora mi sto ritrovando, ho rimesso a fuoco gli obiettivi.
Ho anche voglia di essere coccolata, ma questo non dipende molto da quanto io possa studiare e forse (molto probabilmente) non verrò nemmeno coccolata, ma questo è proprio un altro fatto!
Concedetemi qualche altro verso, questa volta di Seneca (il mio tutor personale)

Dum differtur vita trascurrit. Omnia, Lucilii, aliena sunt, tempus tantum nostrum est; in huius rei unius fugacis ac lubricae possessionem natura nos misit, ex qua expellit quicumque vult. Et tanta stulstitia  mortalium est ut quae minima et vilissima sunt, certe reperabilia, imputari sibi cum empetravere patiantur, nemo se iudicet quicquam debere qui tempus accepit, cum interim hoc unum est quod ne gratus quidem potest reddere.

(Epistulae ad Lucilium, Liber I)


- Cercate la traduzione, non ve ne pentirete!-

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